In questo blog raccogliamo le esperienze dei volontari che hanno partecipato al Centro di Volontariato FBM. Conoscere i levrieri spagnoli e vivere la loro realtà non lascia scampo al cuore. Ci si innamora di loro, si vorrebbe aiutarli tutti e una parte di noi non può fare altro che realizzare che lì fuori tanti hanno bisogno di far sentire la loro voce.

E’ nostro compito urlare per loro, denunciare e generare coscienza. 

 

Floriana – Un pensiero martellante: “svuotare le gabbie” – Centro Volontariato FBM

Perché quando decidi di andare in Fondazione, non sai quello che ti aspetta realmente. Sale l’ansia dell’ignoto e di quello che potresti trovare e incontrare. Sale l’ansia di incominciare e le ore che passano dal tuo arrivo in Fondazione diventano interminabili. Hai l’entusiasmo e il pudore di non esserne capace e di non saper fare.
Arrivi, guardi, scruti, tenti di capire ma non tutto è come avevi immaginato.
Ti giri e ne vedi tanti, troppi. Pensi che se la Fondazione è così stracolma, fuori ci sarà il delirio. 
Ho “detestato” la nave. La sua maestosità per me rappresentava il riflesso di una realtà esterna dura, malvagia, cattiva e crudele. 
Cammini tra i box, guardi e osservi: c’è chi ti viene incontro per ricevere una carezza, c’è chi ti abbaia perché non sa chi tu sia, c’è chi indietreggia per evitarti.
Mentre sei li a dare una mano alla quotidianità, vorresti fermarti per accarezzarli, consolarli ma poi, pensi che non riuscirai a dargli tutto quello di cui hanno bisogno. E acceleri il tuo lavoro con la promessa di finir prima per poterti dedicare a loro in modo diverso.
Non riuscirai a salvarli e ti consolo pensando che lì dentro sono salvi dalla crudeltà esterna e dalla loro condanna. Così un pensiero diventa ridondante nella tua mente “svuotare le gabbie”. Se svuoti le gabbie loro staranno meglio. Ma la realtà ti dà un ceffone: nuovi arrivi!
I giorni passano è quello che sembrava straordinario diventa ordinario, con un unico pensiero: faccio presto e mi dedico a loro. 
Non sai da dove iniziare e allora box dopo box inizi. Tenti di memorizzarli tutti ma sono tanti. Così ti lasci guidare dal cuore. 
Non basta il tempo, non ti basta e non ti basterà. Torni a letto e pensi che il giorno dopo farai di più. 
Al tuo rientro in Italia, ripercorri nella tua mente i giorni passati e ti ripeti di non aver fatto abbastanza. Pensi e ripensi a chi ti ha rubato il cuore e avrai il rammarico di non essertelo portato via. Ti ruberà il cuore chi ti ha dimostrato di quanto tu possa essere “piccola”. 
E a chi mi dirà: “io me ne sarei portato via due o tre” risponderò li avrei portati tutti via, ma sai che non sarebbe possibile. Rientri con il pensiero di non aver fatto abbastanza, di diffondere la loro storia, di svuotare i box per continuare ad accogliere. Perché quello che è lì dentro è il risultato dell’infame destino di un levriero in Spagna. 
Tornerò da voi e so che non avrò fatto abbastanza.

 

Sono tanti i modi per aiutare i Levrieri spagnoli: adottare, adottare a distanza, partecipare alle attività di volontariato, sostenere la Fundaciòn, parlare il più possibile di loro.

Il levriero spagnolo è un compagno di vita che entra in punta di piedi nei nostri spazi. Adottare un levriero spagnolo è un regalo alla creatura che si accoglie nella propria famiglia ma anche a sé stessi: un valore aggiunto che ci arricchisce e ci rende migliori. Ci insegna il rispetto per il prossimo e l’amore per gli altri. A volte capire un levriero è un po’ una sfida, spesso la difficoltà è legata al suo passato travagliato. Hanno bisogno di sentirsi al sicuro e fidarsi di nuovo del genere umano e una volta abbattuta la barriera il rapporto diventa una solida amicizia. 

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