Il Diario di LUCIO - UN GALGO SPAGNOLO - Parte II

Lucio ci racconta la sua storia - capitolo 2: LA CACCIA e LA DURA REALTA'

Questa è la vita di un galgo spagnolo: quando sono diventato adulto gli umani mi apprezzavano molto. Dicevano che avevo un fisico possente, ero bello e veloce. Alcuni chiesero al mio umano di cedermi a loro, ma lui diceva sempre di no. Vincevo gare e il mio umano vinceva soldi, era contento di me.

IO OOOODIO LE BICICLETTE!!!

Fino da quando ero “cachorro”, non so perchè, odiavo gli umani che stavano sopra a delle strane macchine con due grandi ruote (il mio amico che aveva studiato mi disse che gli umani le chiamano “biciclette”) così a volte mi divertivo a inseguire gli umani, li raggiungevo e gli pizzicavo con i denti il fondoschiena. Questo per me era divertentissimo ma il mio umano non era molto contento quando lo facevo. Infatti a causa mia dovette litigare varie volte con le persone con cui giocavo, o forse loro non giocavano con me.

AMORI E DOLORI

Un giorno venne da noi un umano sconosciuto con una galga molto carina, era bianca e aggraziata e si chiamava Pilar. Fu subito amore. Quando il suo umano la riportò via, prima di andarsene lascio’ al mio un pò di banconote, gli diceva che avrebbe avuto dei bellissimi “cachorri”.
Questi amori fugaci diventarono la normalità, umani venivano con belle galghette e prima di andare via lasciavano soldi, e il mio umano era sempre più contento.

Mia sorella Paloma nel frattempo era dimagrita, il suo pelo non era più bello e lucido come prima. Un giorno iniziò a non voler mangiare, finché il mio umano la caricò in macchina e la portò via, non so dove. Lui tornò la sera ma lei non c’era…io ci rimasi male e mi misi vicino alla rete del recinto aspettando che Paloma arrivasse. Sentii l’umano parlare al telefono, diceva che Paloma era malata e lui non voleva spendere troppi soldi per curarla, non sarebbe stato conveniente, quindi l’aveva buttata via. Io non capii cosa voleva dire ma Paloma non tornò mai più.

L' AMORE DEL GALGUERO per il galgo spagnolo

La mia vita da galgo spagnolo scorreva sempre uguale: gli allenamenti, qualche gara, gli amori fugaci con le galghette. Finchè un giorno il mio umano arrivò con Soledad, l’aveva comprata da un gitano (non so cosa sono i gitani ma gli altri galgos ne parlano male) e disse che quella era per me. Così divenne la mia compagna fissa, e nacquero dei bellissimi cachorrini, tanti, tantissimi bellissimi cachorrini. Io li vedevo nascere, crescere e poi andare via con umani sconosciuti. Chissà dove sono adesso, chissà se stanno bene.

Un giorno arrivò un umano mai visto prima che tirò fuori tante banconote, più di quelle che avevo mai visto finora. Mi mise il guinzaglio e mi consegnò all’umano sconosciuto e mi disse: “buona fortuna Misterio”….
L’umano sconosciuto mi trascinò via, io non volevo andare con lui ma fui obbligato.

Ero in ansia durante il viaggio, non sapevo cosa mi aspettasse. Arrivai in un posto che non conoscevo: era più brutto e sporco del posto dove vivevo prima, c’era altri galgos spagnoli con i quali feci subito amicizia. Il cibo era scadente, non si mangiava nemmeno tutti i giorni. La vita ricominciò simile a prima tra allenamenti, qualche gara e amori frettolosi.

Avevo nostalgia del mio vecchio umano e di Soledad, la mia compagna.

DOLORI E DELUSIONE

Passarono gli anni, il mio aspetto non era più quello di prima, ero magro e il mio pelo era opaco. Un giorno, durante un allenamento, non mi accorsi di un fosso coperto dall’erba alta e feci una brutta caduta: sentivo un dolore terribile alla schiena e non riuscivo ad alzarmi. Il mio umano mi caricò in macchina e mi riportò a casa. Senza cure adeguate la mia schiena non guarì mai del tutto, quindi per me finirono gli allenamenti e le gare. La mia vita proseguì così, senza più uscire dallo sporco recinto se non per i rapidi incontri con la galga di turno, che rendevano molti soldi al mio umano.

Il cibo scarso e di pessima qualità e la totale assenza di cure finirono per farmi ammalare, la mia pelle divenne molto infiammata, piena di croste e il pelo iniziò a cadere. Ormai il mio aspetto era orribile, il male alla schiena mi impediva di correre, quindi il mio umano decise che non gli servivo più. Curarmi era un costo e lui non voleva spendere nulla per me. Così un giorno mi caricò nel rimorchio che usava per portarci in giro, poi lo vidi prendere una lunga corda grossa e mise in moto la macchina per partire. In quel momento, entrò nel cortile una macchina lussuosa, dalla quale scese un umano distinto e ben vestito che mi riconobbe, e disse: “Ma quello è Misterio! Era un bellissimo galgo spagnolo una volta e aveva un ottima genealogia. Dove lo stai portando?”. Il mio umano, mostrando la grossa corda, rispose: “Vado a liberarmi di lui, non mi serve più”.
L’umano distinto disse subito: “No, no, aspetta, fammi fare una telefonata, trovo io la soluzione”. 

LA SALVEZZA

Venni scaricato dal rimorchio e riportato nel recinto con gli altri galgos. Uno di loro mi disse che l’umano ben vestito era un famoso allevatore i galgos, i suoi cani facevano esposizioni di bellezza ed era una brava persona.
Dopo un pò arrivò un furgone bianco con sopra disegnato un galgo spagnolo, scesero due umani, un maschio e una femmina, venivano chiamati “volontari”, mi sorrisero dolcemente e mi fecero salire sul furgone.

Testo immaginato e scritto da Flavia

Un Galgo inutile va in contro a un triste destino
Lucio è diventato inutile, il suo galguero vuole liberarsi di lui.