Galgo spagnolo – “I levrieri ” di Piero Renai Della Rena | 1 gen. 1994
Se gli antichi Iberi andavano a caccia (e non c’è dubbio che vi andassero) certamente si trattava di una caccia ad inseguimento di lepri e caprioli, cioè di quella che dal XVIII secolo si sarebbe chiamata “coursing”.
E’ logico ritenere che il cane usato in questi frangenti sarà stato rapido e resistente. Insomma un dolicomorfo; arti lungi , diametri trasversali ridotti, teste allungare: un tipico graioide, che poi a partire dal XIX secolo un apporto di sangue gryhound ha reso ancor più raffinato. Il tipo più primitivo, quello “originale” era certamente più rustico.
Qualche antico ceppo (ma è improbabile che non ci sia stata la “visita” di un greyhound qualche generazione addietro) caccia con grande successo nella Mancia e nell’Estremadura su terreni aspri dimostrando tenacia, avidità e resistenza.
Stiamo parlando dei galgo spagnolo.
Se ne conoscono due varietà, quella a pelo raso e quella a pelo ruvido. Del resto l’esistenza di queste due varietà è comune a diverse razze canine, basti pensare, per esempio, ai nostri segugi italiani.
Alcune particolarità sono la cosa assai lunga cont terminazione a uncino (sovente deviato lateralmente) e la lieve divergenza degli assi cranio-facciali.
In Italia nel 1991 c’è stato alcun galgo iscritto al LOI; solo sei al Libro Riconosciuto.